Vince chi è Vuoto e libero di chiedere

Noi siamo esseri bisognosi.

Il bisogno è lo statuto della nostra umanità ed è voce di un Vuoto che ci abita dentro, in profondità insondabili.

Il bisogno ci fa percepire la mancanza, agitando le paure che scaturiscono da questa prima esperienza di “ciò che non c’è” in noi.

Non essendo abituati ad essere in relazione con “ciò che manca”in noi e con “ciò che non c’è”, ed educati compulsivamente dalla società di mercato a considerarla come zona da cui fuggire o da riempire, l’agitazione ci tocca.

Il bisogno, attraverso l’esperienza della mancanza, agita la paura perché la mentalità che anima la nostra società di mercato considera il Vuoto come una condizione senza valore, addirittura una disgrazia.

In realtà è la nostra più grande ricchezza dal momento che è lì che la Vita si genera e si rigenera libera e quindi integra.

La Vita ha bisogno dell’aiuto degli altri ed è come se gemesse al fondo di noi stessi come un mendicante che, giorno e notte, chiede aiuto.

La vita è fragile ed è proprio della sua natura bisognosa di tutto, chiedere sempre, tutto a tutti.

Si nasconde in fondo al nostro Vuoto ed ai nostri bisogni più elementari che sono le forme della sua richiesta di venire al mondo.

Il bisogno, lungi dal dover essere appagato, ci impartisce la più grande delle lezioni; ci dice chi siamo: persone, creaturalmente e costitutivamente, vuote ed abitate dalla Vita.

E questa è una bella notizia se comprendessimo che questa immensa zona è lo spazio dove si sprigionano le forze più integre della nostra persona.

E la vita come si sprigiona? Accogliendola nel contatto con essa nelle forme più semplici di convivialità con compagni e compagne di cammino: lavorando un piccolo orto, mangiando insieme pasti semplici e buoni, godendo della bellezza che è ovunque. Imparando ad ascoltare, a parlare e a far silenzio.

Siamo Vuoti e quindi ? Cosa c’è di male se siamo proprio fatti così ? Capiremmo , al contrario di ciò che vuole farci credere la mentalità del mercato attraverso la pubblicità, che le cose superflue e gli impegni rumorosi non sono idonei a placare la Vita.

Il nostro Vuoto non è riempibile con niente e credo proprio che la miglior soluzione sia quella d’imparare a conoscerlo,a farci amicizia per imparare ad abitarlo.

Stiamo sempre alla ricerca di qualcosa perché nessuno ci ha mai invitati a smetterla, una volta per tutte, a “fare qualcosa”, a “comprare qualcosa” o ad “essere qualcuno” per essere felici.

Ci vorrebbero luoghi ed iniziative per offrire giornate intere di riposo consigliandoci d’imparare a stare a bagno in questa nostra condizione creaturale e primigenia in attesa della rigenerazione,quasi automatica, che avviene in noi grazie alla Vita che sempre ci aspetta.

Questo sito internet contiene iniziative che individuano il sentiero del “non essere vitale” e del “non fare gioioso”.

Ad alzarsi la mattina in base al bisogno di riposo della persona e a fare festa ogni giorno.

A dare tempo al passeggiare, alla lettura, al suonare e a tutte quelle attività che non mirano a riempire il Vuoto quanto ad abitarlo per dire a noi stessi:

” Tanto siamo fatti così ma non siamo più soli, abbiamo la Vita ed i compagni che ci vorrà mettere accanto”.

Luoghi ed iniziative protette che invitino a non provare vergogna di farsi vedere dagli altri per quello che sono, sapendo che l’Altro che mi vede non è diverso da me.

Luoghi ed iniziative che facciano fare esperienza che più si riesce a stare in relazione con questo Vuoto, nella cura di momenti di compagnia e di gioie semplici,e più si riesce a percepire che le nostre paure esalano dai nostri corpi, dalle nostre menti, dalle nostre anime e dai nostri cuori come incenso che sale in alto perché abbiamo deciso di dare spazio alla Vita che ci abita dentro.

Esperienze di liberazione interiore che trasformeranno, attraverso le nostre presenze, il mondo in cui viviamo.

Ci si sbaglia facilmente quando in situazione di silenzio, solitudine e di convivialità semplice , ci si sente assaliti dalla nostre angosce più profonde.

In realtà non ci stanno assalendo, stanno evaporando. Stanno lasciando le stanze della nostra persona.

Non ci assalgono ma le vediamo uscire e con esse percepiamo il fumo nero che inizia a muoversi.

Silenzio, solitudine e la compagnia gioiosa di altre persone che sono con noi in ricerca, sono come aprire le finestre delle nostre camere interiori piene di fumo.

L’inganno del possedere è questo: cadere nella trappola di credere che questo Vuoto possa essere riempito con qualcosa: soldi, beni materiali, affetti, cultura e perfino le cose spirituali.

Le iniziative di questo sito internet servono ad accogliere chi sente di aver voglia di non essere più qualcuno e vuole iniziare a perdersi un po’.

Qualcuno che già sente di essere pronto a mettersi in macchina per lasciare tutto, per qualche ora o qualche giorno.

Luoghi ed iniziative che insegnino a CHIEDERE aiuto gli uni agli altri invece che a procacciarsi nella solitudine esistenziale dei lavori di mercato, il sostentamento che non sfama mai il nostro bisogno di sicurezza.

Il verbo CHIEDERE è stato il mio grande alleato perché ho sempre voluto pensare che l’Altro è fondamentalmente qualcuno pronto a darmi una mano proprio perché è lui stesso bisognoso di una mano.

Quando mi sono fatto vedere debole e bisognoso, ho permesso a questa grande forza che mi abita di essere libera di bussare al cuore dell’uomo, scomodandolo.

Questa Forza di Vita che abita in fondo al nostro Vuoto chiede di essere libera di uscire invitandoci a chiedere agli Altri ciò di cui abbiamo bisogno, insegnandoci a ricevere per poi, senza trattenere, ridare, a nostra volta, a chi finalmente ha scelto di CHIEDERE e BUSSARE.

Immagino che questi luoghi di ritiro, di riflessione, di ascolto e di festa siano le fabbriche del domani dove gli operai del futuro si cimentano nel maneggiare gli strumenti dell’arte di vivere al posto di quelli del lavoro per il profitto.

Immagino l’alba di una Repubblica fondata sulla cura della relazione che sostituisca quella fondata sul lavoro.

Un passaggio più simile ad una danza o ad una musica. Un po’ come il Sole che, all’alba, inizia a fare capolino sulla storia del nuovo mondo.

Gianluca De Gennaro

i luoghi, IL METODO, i destinatari

Per la rifisicizzazione della relazione

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