METODO. Nel dialogo individuale ci sono due poli: l’ascolto e la parola. Chi parla e chi ascolta. Io ascolto e faccio domande. Il mio dialogante è invitato a parlare. Il mio ascolto ha una qualità che gli proviene dal fatto che vivo molto nel silenzio. Nel silenzio l’ascolto si rigenera e diventa più orientato ad accogliere per cercare di capire cosa mi sta dicendo l’altro che mi sta di fronte. E poi le domande. Bisogna saper fare le domande giuste ed anche in questo ambito l’ascolto diventa fondamentale.

I DESTINATARI. Chiunque abbia bisogno di ri-orientare la proprie esistenza. Chiunque abbia capito che trovare il senso della vita ha una utilità pari a quella di avere cibo per mangiare ed un letto per dormire. Chiunque crede che io abbia avuto esperienze, studi e maestri tali da svolgere il mio lavoro come fosse una missione di vita.

LUOGHI: Ogni luogo è buono per dialogare. In cammino su un sentiero oppure comodamente seduti sulle poltrone del mio studio.